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Un articolo di dottrina pubblicato in un importante rivista ambientale (Ambiente& Sviluppo n. 8-9 dell'IPSOA), pubblicato in questi giorni, conferma che gli elenchi telefonici usati non sono rifiuti e possiedono le caratteristiche richieste dalla normativa vigente (art. 181 bis, c. 4, D.L.vo 152/06, D.M. 5 febbraio 1998, UNI EN 643:2001), per essere qualificati come materie prime secondarie fin dall’origine, in quanto destinate a riutilizzo diretto nelle cartiere.  Pertanto, l’eventuale passaggio intermedio presso le ditte appaltatrici che a livello territoriale si occupano della consegna e contestuale ritiro degli elenchi telefonici, ovviamente senza che siano effettuate operazioni di trattamento e miscelazione con rifiuti, va essere come un mero deposito intermedio di beni (MPS dall’origine).

Detta affermazione è in linea con quanto sostenuto da Assocarta che ha sempre evidenziato come il ritiro degli elenchi produca, inoltre, un ulteriore vantaggio e cioé quello della riduzione delle quantità dei rifiuti prodotti e, in particolare, di quelli gestiti dalle municipalità.

L'articolo si conclude esprimendo l'auspicio che la modalità di raccolta degli elenchi telefonici venga riconosciuta come ambientalmente valida tramite la conclusione di un accordo su scala nazionale tra Enti pubblici, associazioni rappresentative e i soggetti privati coinvolti."

A cura di Massimo Medugno, DG Assocarta

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Igiene, accettate compromessi?