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21 NOVEMBRE 2016 - "Il sistema ETS si preoccupa di fissare i prezzi, senza preoccuparsi se ci siano le tecnologie disponibili per raggiungere i risultati, con l’effetto che in assenza di tecnologie l’unica soluzione sarà ridurre le produzioni" dichiara Massimo Medugno Direttore di Assocarta a margine dell’ VIII Conferenza Nazionale sull’Efficienza Energetica organizzata da Amici della Terra e prosegue " un amico ricorda sempre che l’Emissions Trading è come quel dietologo che si congratula per la perdita di peso con il paziente al quale, pur senza essere dimagrito, gli è stata amputata una gamba."

Secondo Assocarta il sistema per dare segnali di lungo termine deve dare stabilità e certezza, cose entrambe che mancano. La continua revisione delle regole e dei benchmark ad esempio non giovano. I più recenti scenari elaborati dalla Commissione prevedono un sostanziale raggiungimento degli obiettivi di riduzione al 2030 delle emissioni dei settori ETS: questo raggiungimento sembra essere dovuto, in parte, anche ad un prezzo sostenuto dei permessi di emissione (in media circa 25 €/t nel decennio 2020-2030.

 

E' stato calcolato che a 30 euro la proposta di revisione della direttiva avanzata dalla Commissione Europea costerebbe in 10 anni 555 milioni di euro, comunque sufficienti a erodere ogni margine di profitto al settore cartario.

A questo proposito Medugno evidenzia ancora: "Come industria sono stati avviati dei progetti e individuate delle tecnologie promettenti che possano radicalmente cambiare il processo produttivo e le risorse che potremmo più utilmente utilizzare per la ricerca saranno invece usate per pagare quote di emissione. I proventi delle aste sono risorse sottratte all’industria che a nostro avviso dovrebbero essere investite in ricerca e innovazione per gli stessi settori industriali, altrimenti l’Emissions Trading diviene unicamente un sistema per drenare risorse all’industria da destinare ad altri fini. Per le imprese in Emissions Trading sono stati posti limiti vincolanti e oneri economici. Non vedo perché per gli altri settori, i trasporti e il civile non si debba chiedere altrettanto."

Il settore cartario negli ultimi 15 anni è diventato il 20% più efficiente grazie alla cogenerazione e agli investimenti fatti ma nonostante tutto risulta essere tra i settori a più bassa intensità energetica per unità di prodotto rispetto ai concorrenti.

Tuttavia, le modifiche alle politiche sull'efficienza energetica in materia di cogenerazione e di certificati bianchi, l'assenza di allocazione per la cogenerazione asservita agli impianti industriali in ETS, risultano in antitesi con l'esigenza di uno sviluppo sostenibile.

Una delle politiche di decarbonizzazione più efficienti è senza dubbio quella dell’utilizzo di strumenti di mercato per il raggiungimento degli obiettivi: come per esempio fatto con l’ETS e con i TEE. Purtroppo però assistiamo a frequenti e continue modifiche di questi meccanismi che interferiscono sulla scelta di base di affidarsi alla legge della domanda ed offerta. Si vuole in tal modo agire artificialmente sul livello di prezzo che in questi meccanismi è dettato dalle leggi di mercato.

"Consideriamo la proposta di Amici della Terra molto interessante. Sarebbe la soluzione perfetta quella di applicare una tassazione ai beni prodotti o importati in EU! Tuttavia, in linea teorica è un sistema perfetto ma in pratica risulta inapplicabile.  Ma la carta si trova anche nei mobili o nelle scarpe. Inoltre il sistema dovrebbe essere universale, dato che la carta compete anche con altri materiali, quali la plastica o i tessuti. Insomma, il livello di applicazione dovrebbe essere così dettagliato che temo risulterebbe impraticabile" conclude Massimo Medugno.

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