Resta il nodo competitivo dei costi energetici, più alti del 30% rispetto ai concorrenti europei. Scendono ancora gli investimenti pubblicitari nella comunicazione su carta, mentre rimangono inascoltate le proposte della filiera per rilanciare il mercato dei propri prodotti.
Secondo le risultanze ufficiali Istat, nei primi 5 mesi dell’anno in corso la produzione di carte e cartoni si è confermata nuovamente in contrazione rispetto ai già modestissimi volumi dell’analogo periodo 2012 (-1,8%). Complessivamente di entità pari a quella dei volumi prodotti la flessione stimata per il fatturato (-1,8% sempre nel gennaio-maggio) rispetto ai livelli in sensibile ridimensionamento di un anno fa. Gli andamenti descritti riflettono l’accentuarsi della debolezza della domanda interna evidenziata dai risultati delle indagini congiunturali condotte dal Centro Studi a fine marzo e a fine giugno: I primi 6 mesi presentano infatti valori in sensibile calo rispetto a quelli in forte ridimensionamento dei primi 6 mesi 2012. Ancora una volta le indicazioni che emergono dall’indagine appaiono confermate, almeno in parte, dalle risultanze deducibili dai dati ufficiali Istat: il consumo apparente (parametro utilizzato convenzionalmente per stimare i volumi della domanda interna) calcolato per i primi 4 mesi dell’anno presenta infatti un calo del 5,6% sui livelli in compressione del 2012, collocandosi al di sotto di quelli particolarmente depressi dello stesso periodo 2009. Con riferimento alla componente estera della domanda, dopo la ripresa visibile per il primo trimestre, le sintesi del campione di indagine evidenziano, nel secondo, un lieve ridimensionamento. Nella sintesi dei primi 6 mesi si rileverebbero, comunque, valori prossimi a quelli di un anno prima.
Il quadro previsivo a breve resta molto cauto con una prevalenza di ottimisti per le componenti estere di fatturato ed ordini. Ancora critica la situazione prospettata dal campione con riferimento alla domanda interna.
Tale quadro sconta gli effetti delle difficoltà del sistema economico nazionale di riprendere un percorso di crescita, dei pesanti effetti del generalizzato calo dei consumi sul mercato pubblicitario che per la parte carta sta scendendo a ritmi superiori al 20% rispetto ai già disastrosi livelli 2012. Per questo il settore, insieme alle altre componenti della filiera, ha più volte proposto alle Istituzioni una strategia orientata alla crescita, lungo le linee d’azione della promozione della lettura, degli incentivi all’innovazione e della detassazione degli investimenti pubblicitari, rimaste ancora lettera morta. Purtroppo il recente innalzamento dell’IVA dal 4% al 21% sui prodotti collaterali va nel senso opposto.
Permane inoltre il nodo competitivo dei costi energetici, più alti del 30% rispetto ai concorrenti europei, che incide negativamente sulla competitività delle nostre cartiere drenando risorse indispensabili per gli investimenti produttivi.