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Secondo Assocarta, non si ravvisa la necessità di introdurre nuove misure per favorire il contenimento delle emissioni di CO2 per i settori che rientrano nel sistema ETS ma serve piuttosto assicurare la piena applicazione a livello nazionale della direttiva ETS, la quale prevede che gli Stati membri attuino misure di compensazione dei costi indiretti necessarie per evitare che produzioni più efficienti in Europa siano sostituite dall’importazione di prodotti realizzati con maggiore emissione di CO2 in paesi extra-UE. I prodotti cartari competono sul mercato internazionale e sono esposti a questo rischio di delocalizzazione, ma sono anche esposti alla concorrenza dei partner europei che già sono oggetto di questa protezione.

Parlando di gas naturale, il Presidente Marchi ha aggiunto: “il differenziale del prezzo del gas tra Italia e Nord Europa si sta ampliando dopo un periodo in cui si era arrivati quasi a chiuderlo.  Si è passati da un periodo di relativa stabilità in cui tale differenziale era di circa 1,5 €/MWh ad un periodo, quello attuale in cui si attesta intorno a 2,5 €/MWh con tendenze al rialzo. Nel corso del 2019 infatti abbiamo registrati forti aumenti soprattutto nei mesi di aprile, maggio e giugno con valori vicini ai 4 €/MWh ed anche il mese di ottobre di sono registrati picchi “pericolosi”, anche superiori a 5 €/MWh”.

Secondo Assocarta, per recuperare il gap sul prezzo della commodity occorre agire lungo 3 linee di intervento:

      • Attuare urgentemente quanto previsto dall’ Art. 21 della Legge n.167 del 2017 (Legge Europea), introducendo le agevolazioni per gli energivori gas.
      • Migliorare le regolazione dei transiti all’interno dell’Europa con opportune misure di ridisegno delle tariffe di trasporto eliminando l’attuale penalizzazione dell’Italia derivante dalla stratificazione delle tariffe entry/exit (effetto pancaking).
      • Allineare il costo finale del gas per i consumatori industriali italiani a quello dei Paesi nord europei rivedendo l’allocazione delle componenti tariffarie in modo da riflettere le prestazioni richieste e fornite al sistema.
      • Favorire la crescita della liquidità e della concorrenza fra operatori, riducendo la concentrazione upstream, sfruttando la posizione geopolitica del Paese nel mediterraneo e integrando l’Italia con gli hub competitivi del Nord Europa.

 

  • Il gas naturale svolge e dovrà continuare a svolgere un ruolo chiave nella transizione essendo il combustibile fossile e minore emissione di CO2 e quindi l’ultimo che deve essere sostituto- ove possibile - rispetto alle altre fonti fossili.
  • Serve assicurare la piena applicazione a livello nazionale della direttiva ETS, la quale prevede che gli Stati membri attuino misure di compensazione dei costi indiretti necessarie per evitare che produzioni più efficienti in Europa siano sostituite dall’importazione di prodotti realizzati con maggiore emissione di CO2 in paesi extra-UE. I più importanti competitor di paesi partner europei sono già oggetto di questa protezione.
  • Il differenziale del prezzo del gas tra Italia e Nord Europa si sta ampliando dopo un periodo in cui si era arrivati quasi a chiuderlo.  Siamo passati da un periodo di relativa stabilità in cui tale differenziale era di circa 1,5 €/MWh ad un periodo, quello attuale in cui si attesta intorno a 2,5 €/MWh con tendenze al rialzo.
  • Per recuperare il gap sul prezzo della commodity occorre quindi agire lungo 3 linee di intervento:
    • Attuare urgentemente quanto previsto dall’ Art. 21 della Legge n.167 del 2017 (Legge Europea), introducendo le agevolazioni per gli energivori gas
    • Migliorare le regolazione dei transiti all’interno dell’Europa con opportune misure di ridisegno delle tariffe di trasporto eliminando l’attuale penalizzazione dell’Italia derivante dalla stratificazione delle tariffe entry/exit (effetto pancaking)
    • Allineare il costo finale del gas per i consumatori industriali italiani a quello dei Paesi nord europei rivedendo l’allocazione delle componenti tariffarie in modo da riflettere le prestazioni richieste e fornite al sistema
    • Favorire la crescita della liquidità e della concorrenza fra operatori, riducendo la concentrazione upstream, sfruttando la posizione geopolitica del Paese nel mediterraneo e integrando l’Italia con gli hub competitivi del Nord Europa.

 

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