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Secondo Assocarta è possibile migliorare ancora raccolta e selezione, applicando la digitalizzazione e incrementare le capacità di riciclo interno, dotando il territorio di adeguate infrastrutture per il trasporto e la gestione degli scarti derivanti dal riciclo.

Ulteriori aumenti di costi provengono dall’aumento delle quote C02 ai sensi della Direttiva Emissions Trading (ETS). “Le quote sono arrivate a sfiorare 40 euro tonn, per poi tornare sui 39. La finanza acquista e vende le quote come un titolo qualsiasi, mentre le imprese devono fare gli investimenti con dei programmi di decarbonizzazione. Un mercato che si basa sulla finanza sottrae soltanto risorse all’industria che è una parte essenziale dell’Economia Circolare del paese” evidenzia Poli che prosegue “A questo proposito è necessario dare una rapida attuazione al meccanismo delle compensazioni a livello nazionale. Siamo l’unico paese europeo rimasto senza compensazioni per l’industria.”

Il settore cartario, fortemente focalizzato sulla transizione energetica, sta lavorando sulle tecnologie di produzione di biogas e biometano. Un contributo significativo potrebbe infatti venire dalla produzione di queste fonti di energia utilizzando i residui del processo cartario, e con importanti risparmi di conferimento di rifiuti pari a 200.000 tonnellate. Oggi il biometano è incentivato solo per l’utilizzo nei trasporti. Il settore auspica quindi l’introduzione di incentivi anche per gli utilizzi industriali.

In materia di risparmio di risorse, investimenti in tecnologie di recupero energetico degli scarti del riciclo della carta, comporterebbero risparmi in termini di rifiuti non prodotti per 125.000 tonnellata l’anno. In questo caso le tecnologie sono ampiamente disponibili e già utilizzate dai nostri competitor europei. In Italia occorre sostenere la bancabilità di questi investimenti e la loro accettazione a livello territoriale.

Gli investimenti in fonti rinnovabili elettriche rappresentano una ulteriore possibilità di riduzione delle emissioni per il settore per circa 124.000 tonnellate di CO2. Occorre supportare l’utilizzo di aree industriali dismesse per l’istallazione di fotovoltaico prevedendo l’estensione della disciplina relativa all’autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e delle comunità energetiche rinnovabili.

Il Rapporto Ambientale di Assocata, giunto, nel 2020, alla sua 21a edizione. Per la prima volta scritto a quattro mani con Legambiente, il Rapporto introduce un nuovo parametro ambientale: “l’impegno profuso sul fronte ambientale dai nostri imprenditori – aggiunge - viene infatti riconosciuto da un Indicatore di circolarità di materia pari a 0.79 (in una scala da 0 a 1). Un valore elevato, ottenuto grazie alla capacità del settore di investire in materie prime rinnovabili (fibre vergini da foreste certificate e amidi), e di prendersi cura dei suoi prodotti reimmettendo nel ciclo produttivo carta e imballaggio da riciclare.

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