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“Purtroppo – prosegue Michele Bianchi - la revisione della normativa sugli imballaggi è diventata l’arena dello scontro tra riuso e riciclo, pratiche già ricomprese nella gerarchia comunitaria. La criticità in questa proposta di revisione della direttiva imballaggi (PPWR) è proprio nella sua impostazione iniziale e che la Commissione non ha modificato: perché non si mira solo a promuovere il riuso creando quel quadro giuridico necessario a sviluppare le condizioni infrastrutturali e ambientali utili a renderlo economicamente praticabile ed efficace in termini ambientali, ma lo si impone, con divieti ai prodotti monouso in svariati contesti  e con obiettivi molto alti di riuso in svariati settori. Tali divieti e obiettivi prescindono da ogni condizione infrastrutturale e ambientale, come se la miglior efficacia ambientale del riuso fosse già garantita e assodata sempre e comunque, ma è evidente a tutti che non è così. Inoltre – conclude Bianchi – questi obiettivi e divieti ignorano i risultati raggiunti dal riciclo da molte filiere e da alcuni Paesi (tra cui proprio l’Italia, stabilmente oltre l’85%) in attuazione delle regole europee in materia di rifiuti e di economia circolare. E risultano poi discriminanti rispetto a un materiale come la carta, che è di origine naturale, rinnovabile, compostabile, riciclabile e ampiamente riciclata, ma non idonea al riuso. E’ necessario che obiettivi e divieti vengano differenziati per materiali e che la carta (che da sempre deve perseguire obiettivi di riciclo più alti degli altri materiali) ne sia esentata”.

Il sistema del riciclo italiano ed europeo è a un livello di eccellenza mondiale ed è il risultato di miliardi di euro di investimenti pubblici e privati.

L’obiettivo della Federazione Carta e Grafica è quello di migliorarlo e non di comprometterne i risultati sociali e ambientali.

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