“Questo primato va inserito in un contesto normativo europeo e nazionale riguardante le materie prime fra i più rigorosi a livello mondiale, in termini di sostenibilità ambientale” precisa Poli.“L’industria cartaria in generale, ma quella europea e italiana in particolare” spiega Poli “utilizza unicamente cellulosa di cui è verificata la provenienza e il rispetto delle normative nazionali a tutela delle foreste, come previsto dal regolamento europeo 995 del 2010 (c.d. Due Diligence). Non vi è quindi modo di trovare in Italia e in Europa carta che possa essere in qualche modo collegata ai tragici fenomeni di deforestazione, da cui il settore è estraneo. A questo si aggiunge che circa il 90% delle fibre e’ certificato dai sistemi FSC/PEFC (sistemi che garantiscono che il bosco sia gestito in modo sostenibile), mentre numerose tipologie di carta igienica accedono ai criteri specifici Ecolabel introdotti dalla Commissione Europea”.
Il mantenimento in salute delle foreste per il settore, sia a livello europeo che mondiale, è garanzia di approvvigionamento di una materia prima naturale e rinnovabile. Non è interesse dell’industria cartaria il disboscamento, ma anzi il suo esatto contrario. I fenomeni di disboscamento risultano piuttosto legati alla necessità di aumentare le aree agricole disponibili e accedere alle risorse minerarie nel suolo, come più volte sostenuto dalla FAO. La stessa FAO, a proposito delle foreste europee – da cui proviene una parte della cellulosa – ha affermato che sono aumentate del 30% negli ultimi 20 anni, un dato ancora poco conosciuto.
L’industria cartaria da sempre fortemente impegnato in progetti di efficientamento e ottimizzazione e oggi, più che mai, lavora con convinzione per attuare un complesso percorso di decarbonizzazione per il raggiungimento degli obiettivi europei.