La filiera italiana è riconosciuta come una best practice a livello europeo. L'introduzione della differenziazione del contributo ambientale in base alla riciclabilità ha anticipato le scelte di molti altri Paesi, dimostrando come l'innovazione normativa e industriale possa essere una leva centrale per aumentare la qualità del riciclo. Il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR) è stato un traguardo raggiunto anche grazie a un'azione coesa del settore.
Le sfide dei prossimi anni, avverte la Federazione, riguardano in particolare la gestione dei materiali compositi e dei poliaccoppiati, per i quali saranno necessari investimenti tecnologici e soluzioni condivise lungo l'intera catena del valore. In questo contesto, l'Europa sta ridefinendo criteri stringenti su riciclabilità, contenuto riciclato e accesso ai flussi di materia prima, elementi decisivi per la competitività futura.
"L'economia circolare non deve essere considerata solo una scelta ambientale, ma un asset strategico per l'industria europea . I materiali provenienti dalla raccolta devono essere riconosciuti come vere e proprie " materie prime strategiche ", le nuove miniere urbane capaci di garantire autonomia industriale e sostenibilità" conclude Andrea D'Amato.










