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L’aumento dei costi delle cellulose, a livello internazionale, ha rappresentato una vera e propria emergenza nei conti aziendali. Tra dicembre 2016 e 2018, le quotazioni (in euro) delle cellulose hanno registrato aumenti complessivi del 140% (fibre lunghe) e del 150% (fibre corte).

Invece i prezzi dei prodotti cartari, a seconda della qualità, presentavano incrementi compresi tra un +2% e un +17% a seconda delle diverse tipologie.

Un forte incremento di costi deriva anche dai prezzi della CO2, cresciuti di oltre il 250% in un anno.

La sfida per le aziende della carta non è solo quella della produttività, ma anche dell’abbattimento delle emissioni di CO2, come chiesto dall’accordo di Parigi sul clima. Le cartiere italiane hanno colto questa sfida raggiungendo i livelli di efficienza energetica più alti al mondo, e abbandonando completamente le fonti fossili più inquinanti a vantaggio della migliore fonte di cui disponiamo: il gas naturale. Per il processo cartario, soprattutto nel riciclo, ulteriori margini di miglioramento sono però preclusi, non avendo accesso alle biomasse e trovando mille ostacoli al recupero energetico degli scarti, soluzioni invece disponibili nel resto d’Europa. L’Emissions Trading Scheme sta diventando un costo proibitivo per le cartiere, e l’Italia è ormai l’unico paese europeo che non protegge le proprie imprese dalla delocalizzazione a causa della mancata compensazione dei costi indiretti derivanti dalla CO2. Come invece fanno tutti i Paesi europei, primi fra tutti Germania, Francia e Finlandia” spiega Marchi.

Inoltre, il prezzo del gas, in Italia, continua a scontare un pesante differenziale rispetto al prezzo pagato dai concorrenti europei delle cartiere. Questo differenziale, che si aggira intorno ai 4-5 euro/MWh è in parte dovuto alla differenza di prezzo della commodity tra il PSV (punto di scambio virtuale) e il TTF (title tranfer facility) e in parte ai maggiori costi accessori caricati sulle bollette del gas rispetto agli altri paesi europei come Germania e Francia. “Con riferimento a quest’ultimo aspetto occorre evidenziare che l’Italia prevede componenti parafiscali per finanziare le fonti rinnovabili anche sulla bolletta del gas (2 euro /MWh circa), corrispettivi non previsti negli altri Paesi europei. Per questa ragione occorre attuare rapidamente la misura già prevista a livello legislativo che prevede una riduzione del peso di tali oneri per le imprese energivore” conclude infine Girolamo Marchi.

Materie prime fibrose ed energetiche costituiscono il 70% dei costi di produzione di uno stabilimento cartario (con picchi fino al’85%).

 UFFICIO STAMPA ASSOCARTA:

Maria Moroni

Bastioni di Porta Volta, 7 – 20121 Milano

Tel. 02 29003018

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