Evidentemente, ciò è errato, per due semplici motivi.
Il primo è che è sbagliato assumere che tutti i siti produttivi e, quindi, le cartiere emettano PFAS per il solo fatto che, tra le centinaia se non migliaia di diverse tipologie di carta, alcune specifiche tipologie possano averne impiegato in passato.
In secondo luogo, come se non bastasse, è sbagliato anche perché si copia e incolla un elenco di aziende da una fonte autorevole, “The Forever Pollution Project” dichiara esplicitamente di utilizzare come fonte la lista delle aziende associate ad Assocarta pubblicato sul sito (www.assocarta.it) senza neanche leggerlo.
“Se almeno lo avessero scorso si sarebbero evitato errori grossolani, come mettere nella loro mappa anche uffici amministrativi e fornitori di tecnologia che nulla hanno a che fare con la produzione della carta. In altre parole basta essere socio di Assocarta per essere additato come potenziale contaminatore. E ciò sembra che basti per “fare notizia”, ma soprattutto per diffondere un’informazione scorretta sotto il profilo del contenuto e del metodo” sottolinea Medugno.
Le autorità e la Commissione europea stanno lavorando sulla regolamentazione sull’uso del PFAS e questo è l’approccio serio da raccontare. “Fermo restando che ognuno si assume la responsabilità delle proprie affermazioni” conclude Medugno.