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La Commissione Europea sotto tiro per i costi IT
Più di 2500 sistemi informatici gestiti da circa il 15% del personale. Il dibattito continua su chi tra stampa e digitale sia più ambientalmente sostenibile. Il fatto è che entrambi le tecnologie hanno un impatto. Un esempio di “eccesso digitale” è stato recentemente sottolineato al Parlamento europeo. Infatti, lo spreco dell'informatica da parte della Commissione Europea è stato oggetto di una recente Interrogazione parlamentare dell’On. Muscardini.
Attualmente coesistono più di 2 500 sistemi informatici gestiti da circa il 15 % del personale dell'istituzione.
Il costo globale del settore informatico per il 2011 è stato di 500 milioni di euro. Nella risposta a tale interrogazione (23/1/2012 IT E-000396/2012) la Commissione comunica le misure di razionalizzazione dei sistemi informatici a fronte dell'inventario fatto nel 2011 dal quale sono scaturite le cifre sopracitate. Si sono già individuativari procedimenti che possono essere ottimizzati e che, una volta gestiti da comuni strumenti informatici, consentiranno di risparmiare risorse.
E la carta? Anch'essa sinonimo di burocrazia? “Né la carta né i supporti informatici sono sinonimo di burocrazia sono solo strumenti di lavoro” commenta Assocarta. E aggiunge il Direttore Generale, Massimo Medugno “Essi non hanno nessun rapporto diretto con qualità ed efficienza dei servizi erogati.”
C’è però anche l’aspetto culturale. Come evidenziato durante il seminario “Il valore della carta: ri/conciliare valore e conoscenza” c’è un rischio di Alzheimer digitale a cui tutti, ormai, siamo esposti. Ancora il fatto che l’uso della carta è personale e non è “profilato”. Insomma, la carta ci può aiutare a recuperare un linguaggio più autentico contro l’”elettrificazione del linguaggio”.
In un'intervista al Courrier International n. 1111 del 16 febbraio 2012 Robert Darnton, direttore delle biblioteche di Harvard e curatore del progetto per la Biblioteca Pubblica degli Stati Uniti (DPLA), dichiara che la pià grande bibiloteca al mondo sarà on line entro il 2013 e lo sarò senza Google. Nell'intervista Darnton sottolinea che, nonostante le migliori intenzioni, Google è un'impresa commerciale che deve rispondere ai suoi azionisti. Da qui l'iniziativa di una biblioteca pubblica, che partita nel 2010, ha trovato sostegni e finanziamenti da enti e istituzioni, tra cui lo Smithsonian Institute. Nella stessa intervista Darnton cerca di sfatare il luogo comune che il momento in cui viviamo è l'era dell'informazione. Ciascuna era è stata un'era dell'informazione, alla sua maniera e in rapporto ai supporti esistenti.
Secondo Darnton invece di lamentarsi della morte del libro occorre fare del nostro meglio per alleare il testo stampato alle tecnologie numeriche.
Lo afferma Beppe Severgnini in un articolo apparso su "Il Corriere della Sera" dello scorso 19 febbraio.
Per saperne di più: http://lettura.corriere.it
Il trasporto di carta da macero dalla Spagna e dagli altri Paesi europei alla Cina ha un impatto ambientale troppo alto: lo dimostra una ricerca realizzata dalla società spagnola ITENE
Milano, 17 febbraio 2012 – Dopo la best practise parigina – già resa nota alla stampa - realizzata da Syctom, l’Agenzia Municipale per i Rifiuti Domestici, che include nel contratto di vendita di carta e cartone recuperati una clausola di prossimità, ITENE una società di ricerca spagnola realizza uno studio che quantifica l’impatto ambientale del trasposto di carta da macero dalla Spagna alla Cina considerando sia il trasporto via terra che via mare. Il trasporto di un container di 25 tonnellate di macero dalla Spagna alla Cina comporterebbe tra le 5 e le 7 tonnellate di emissioni di CO2. Basti pensare che la distanza minima tra una località spagnola di carico del macero, ad esempio Barcellona, e la città più vicina della Cina (Shenzhen) è di ben 14.893 Km.
Lo studio è stato accolto con favore dai produttori di carta spagnoli riuniti in Aspapel in quanto la legislazione spagnola in materia di rifiuti dallo scorso luglio prevede il così detto “riciclo di prossimità” o “recycling made in Europe” (paragrafo 16.3 della direttiva spagnola sui rifiuti). Sono infatti previste misure temporanee da parte dell’autorità pubblica per dare priorità al riciclo del macero entro i confini europei per motivi di impatto ambientale.
“Analogamente anche in Italia” spiega Massimo Medugno, Direttore Generale di Assocarta“ il recepimento della Direttiva Rifiuti, avvenuto con il Decreto Legislativo n. 205/2010, prevede “…per le frazioni di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata destinati al riciclaggio ed al recupero … di favorire il più possibile il loro recupero privilegiando il principio di prossimità agli impianti di recupero” e i produttori di carta supportano la prossimità dell’export come occasione territoriale sotto il profilo industriale e sociale.
Per il settore cartario europeo, nel 2010 si è raggiunto il tasso di riciclo del 68.9% e il tonnellaggio complessivo di carta raccolta destinata alla produzione è stato di 58 milioni di cui 8.4 milioni esportato verso destinazioni extra UE. L’export è ancora facilitato da una forte domanda di materiali provenienti dai Paesi emergenti, costi di trasporto relativamente bassi, normative ambientali deboli, mancanza di qualità dei materiali raccolti e controlli insufficienti presso le dogane mentre L’Europa da anni sta facendo il possibile per incrementare i livelli di riciclo dei materiali diminuendo il conferimento degli stessi in discarica. Questo al fine di ottimizzare il Ciclo del Riciclo, possibilmente su territorio europeo.
a Lorenzo Poli, titolare di Cartiere Saci Spa (tratto da www.panorama.it) 9 febbraio 2012
Allora Ing. Poli, che sta succedendo in queste ore nella sua impresa?
Siamo in una fase di piena emergenza perché come previsto dal nostro contratto ci è stata staccata la fornitura di gas e l’attività è ferma. Una situazione che condividiamo d’altronde con l’80% di tutte le cartiere italiane in questo momento.
Ci spiega come funziona un contratto “interrompibile”?
Si firma un normale contratto con il fornitore di gas, che ognuno può scegliersi come meglio crede. Poi si sigla un accordo con il ministero dello Sviluppo economico, nel quale appunto si definisce la propria disponibilità, in casi di emergenza, all’interruzione del servizio.
Quali agevolazioni ne avete?
L’intesa prevede che il ministero ci rimborsi una cifra fissa pari a 30mila euro per ogni 10mila metri cubi di gas per i quali noi concediamo la possibile interruzione. In più, c’è un’altra quota variabile che è legata invece alla natura dell’emergenza, quando essa si verifica. In questo senso in queste ore stiamo aspettando di capire quale sarà appunto l’entità della parte variabile del rimborso.
Ma le interruzioni possono avvenire durante tutto l’anno?
No, l’accordo prevede che l’interrompibilità vada dal 5 febbraio al primo aprile. In questo arco di tempo siamo soggetti al pericolo di stop delle forniture per un periodo che però non può essere superiore alle 5 settimane consecutive.
Lei è soddisfatto di aver adottato questo sistema di fornitura?
Non posso essere contento, ma questa è l’unica forma di contenimento dei costi che è possibile sfruttare. Tenga presente che noi spendiamo il 25% del nostro fatturato solo in energia, quindi poter avere qualche sconto su questo fronte è fondamentale. Certo, in questo momento i disagi che subiamo sono fortissimi, anche per il modo in cui ci è piombata addosso questa emergenza.
In che senso?
Il distacco è iniziato martedì mattina alle 6, dopo una comunicazione che ci avvertiva della cosa con 12 ore di preavviso, ma questo rientra nei termini dell’accordo. Quello che ci ha sorpreso è invece il fatto che l’emergenza sia scattata dopo soli due giorni di freddo intenso. Le altre volte la comunicazione arrivava dopo almeno dieci giorni, un tempo utile anche per potersi preparare all’interruzione, mettendo in sicurezza i macchinari e avvisando la clientela. Noi comunque i contratti li rispettiamo anche se, ripeto, tutto è avvenuto in maniera troppo brusca.
Quando è stata l’ultima volta?
Erano circa tre anni che non avveniva più. L’ultima interruzione c’è stata in occasione della crisi tra Russia e Ucraina nel 2009.
Quanto vi costerà in termini economici questo stop?
La comunicazione ci informa che le forniture dovrebbero riprendere sabato. Tenga presente che noi siamo un’industria a ciclo continuo che lavora 48 settimane all’anno. Quindi una settimana di stop incide per circa il 2% a livello di fatturato. Un danno che su scala nazionale qualcuno ha valutato in circa un punto di Pil. Senza contare che se nelle prossime settimane ci dovesse essere una nuova interruzione, sarebbe a rischio tutto il settore degli imballaggi legato a noi, e quindi anche l’industria manifatturiera potrebbe risentirne pesantemente.
La promozione delle tecnologie digitali fa spesso riferimento al contributo a vantaggio dell’ambiente prodotto dalla comunicazione online rispetto alla carta. Tuttavia è importante ricordare che tutti i mezzi di comunicazione hanno un impatto ambientale….anche le tecnologie informatiche. Se invii una mail o una lettera per posta consumi risorse ed energia, ma forse nel primo caso ne sei meno consapevole. E’ quindi importante conoscere meglio la carta e i nuovi media sotto il profilo della materia prima, del consumo energetico/emissioni di CO2 e del fine vita prima di scegliere. I fatti potrebbero sorprenderti… Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Guarda il video di Geo&Geo (RAI 3) sulla storia della carta e sulla sua produzione manuale che in Italia mosse i suoi primi passi nelle città di Amalfi e Fabriano.
Sul sito di Amici della Terra www.amicidellaterra.it ente organizzatore della conferenza nazionale sull'efficienza energetica è possibile scaricare i video degli interventi fatti all'evento, le sintesi degli interventi e gli atti del convegno. L'efficenza energetica deve diventare una priorità della politica nazionale per i suoi benefici ambientali in termini di riduzione dell'inquinamento atmosferico e delle emsisioni di gas serra. L'evento è stato patrocinato dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Sono intervenuti rappresentanti delle maggiori società energetiche italiane, del mondo universitario e bancario e delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive del Senato oltre al DG del Ministero dello Sviluppo Economico, S. Romano e al Presidente dell'Autorità per l'Energia e per il Gas, Guido Bortoni.