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Il regno vegetale rappresenta il 99,5% della biomassa del pianeta (S.Mancuso-A.Viola “Verde brillante” pag. 45) mentre gli animali e gli essere umani rappresentano un misero 0,5%..

Gran parte delle risorse energetiche sono state inizialmente concentrate dalle piante al loro interno, grazie alla trasformazione dell’energia solare in quella chimica. La fotosintesi delle piante è l’anello di congiunzione tra terra e sole.  In questa prima e fondamentale fase si genera l’energia che consumiamo in una delle numerose forme in cui si presenta (ad esempio il legno). La “dipendenza” dal regno vegetale, dopo l’aria e il cibo, si arricchisce di un nuovo fondamentale elemento: l’energia.

In questa direzione la Strategia nazionale forestale (SFN), pubblicata con il decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del 23 dicembre 2021, evidenzia in apertura che il patrimonio forestale nazionale:

  1.  come componente del «capitale naturale», è un bene di rilevante interesse pubblico e parte fondamentale del paesaggio storico e culturale italiano;
  2.  assume per le politiche di sviluppo del nostro Paese un ruolo strategico, rappresentando una eredità culturale e ambientale del nostro passato, una componente rilevante della nostra identità e rimane il protagonista del futuro che stiamo costruendo;
  3. è costituito da oltre 9 milioni di ettari di foreste e da quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate composti in prevalenza da arbusteti, neo-formazioni e macchia

 

Obiettivo della Strategia forestale nazionale (SFN) è definire gli indirizzi nazionali:

  1. per la tutela, la valorizzazione e la gestione sostenibile del patrimonio forestale nazionale;
  2. per lo sviluppo del settore e delle sue filiere produttive, ambientali e socio-culturali, ivi compresa la filiera pioppicola.

Per questo il settore cartario Made In Italy sta cercando di sviluppare un’azione per usare più biomasse nel mix energetico da usare per decarbonizzare lo stesso.

Tra l’altro, la proposta di Piano per la transizione ecologica trasmessa nei mesi scorsi dal Governo al Parlamento richiama l'importanza della forestazione, indicando tra gli strumenti a complemento delle altre politiche per la decarbonizzazione: «L'estensione di una gestione sostenibile all'insieme delle foreste italiane, che attualmente occupano il 40 per cento del territorio nazionale, determinerà fra gli altri benefici ambientali e sanitari una ottimizzazione della loro capacità di assorbire annualmente attraverso la fotosintesi circa 40 milioni di CO2, cioè fino al 10 per cento dei gas serra nazionali, sequestrandole nella biomassa e nel suolo».

Come non ricordare la dichiarazione finale del G20, svoltosi a Roma il 30 e 31 ottobre 2021 sotto la presidenza italiana. Esso contiene al punto 19) la seguente pronuncia: «Riconoscendo l'urgenza di combattere il degrado del suolo e creare nuovi stoccaggi di carbonio, condividiamo l'aspirazione a piantare collettivamente 3 miliardi di alberi, concentrandoci sugli ecosistemi più degradati del pianeta, e sollecitiamo altri Paesi a unire le loro forze a quelle del G20 per raggiungere questo obiettivo globale entro il 2030, anche attraverso progetti sul clima, con il coinvolgimento del settore privato e società civile».

In questo ambito vanno previste delle misure per promuovere gli investimenti privati nell’ incremento e gestione della forestazione che consentano la “cattura” di carbonio, da parte dei soggetti industriali che si impegnino in progetti in tali ambiti e cosi aggiungano nuova potenziale disponibilità di biomassa all'interno del mix energetico.

areasoci

 

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