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Venerdì scorso il Financial Times (a pagina 6, nella colonna in cui campeggia la simbolica frase “Without fear and without favour” e con un articoletto a cui ho preso in prestito il titolo) si è soffermato sulla necessità che Google venga monitorato con attenzione dal regolatore.

Due gli argomenti usati nell'articolo. Il primo che la “search neutrality” (ovvero la funzione di ricerca) che non deve essere sistematicamente basata su ragioni editoriali e commerciali; il secondo è l'integrazione verticale che sta operando Google per dare maggiori informazioni agli utenti (secondo Google) é che di fatto darebbe allo stesso una influenza e un rilevante potere nel settore dell'informazione (secondo altri).

 Conclude il Financial Times che sarebbe sbagliato “azzoppare” Google in quanto fornisce servizi migliori, ma che tuttavia bisogna guardare allo stesso con attenzione. Seconfo il FT Google non è dannoso in sé ma essendo una società con una tecnologia molto potente potrebbe potenzialmente andare fuori stradan (“to go astray”).

Insomma, e qui ci colleghiamo a al dibattito in corso sulle colonne della stampa italiana, occorre non disinteressarsi al fatto che Internet “contribuisce a modificare il nostro cervello in senso conformista, privandoci di criticità e facendoci omogeneizzare alle idee correnti” (G. Riotta “Harry Potter e il regno del falso” Domenica Il Sole 24 Ore, pag. 37).

Ma come ricorda lo stesso Riotta su Il Sole 24 Ore, già da molto tempo “Gli uomini preferiscono le tenebre alla luce” dice il Vangelo di Giovanni (e, quindi, ben prima di Internet...).

 Portare “alla verità che rende liberi” (sempre parafrasando il Vangelo) sarà un compito ancora più gravoso per i media tradizionali e per quelli nuovi!

A cura di Massimo Medugno, DG Assocarta

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