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Mercoledì 6 novembre 2019, presso la X Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, sono stati auditi, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul PNIEC, i rappresentanti di Assocarta, l’Associazione imprenditoriale di categoria che aggrega, rappresenta e tutela le aziende che producono in Italia carta, cartoni e paste per carta.

 A margine dell’Audizione, il Presidente Marchi ha  segnalato che gli obiettivi europei e nazionali sul PNIEC sono sfidanti e prevedono quindi l’impiego di enormi risorse economiche per sostenere il percorso verso la decarbonizzazione e profonde trasformazioni dei processi industriali e di tutta l’economia ma che questo percorso deve essere attuato mantenendo competitiva l’industria nazionale in modo che la stessa possa fare da volano alla transizione energetica senza dislocare produzioni che sarebbero una perdita per l’ambiente e per il Paese.

Nel ricordare che il settore cartario è tra i settori  industriali che hanno già raggiunto un più elevato grado di sostenibilità e che, al contempo, il settore cartario nazionale è più sostenibile rispetto agli altri paesi europei, Marchi ha aggiunto che “i piani di riduzione della CO2 devono permettere di raggiungere gli obiettivi con sufficiente flessibilità e lasciare aperta la possibilità di incorporare il progresso tecnologico che si registrerà nei prossimi anni e che porterà ad un riduzione dei costi delle tecnologie”.

Secondo il Consigliere di Assocarta Carlo De Iuliis “la sostituzione dell’energia termica prodotta tramite il gas naturale con energia elettrica proveniente dalla rete non è una soluzione percorribile per il settore cartario a meno dell’identificazione di innovative e attualmente non disponibili tecnologie. Già oggi infatti in molti casi la produzione di energia elettrica in sito con la cogenerazione ad alto rendimento sopperisce all’impossibilità della rete a coprire il fabbisogno elettrico della cartiera”. Tuttavia, seppure si possa intravvedere un ruolo crescente dell’energia elettrica, “il gas naturale svolge e dovrà continuare a svolgere un ruolo chiave nella transizione essendo il combustibile fossile e minore emissione di CO2 e quindi l’ultimo che deve essere sostituto rispetto alle altre fonti fossili e il suo uso destinato a chi meglio lo sa utilizzare, ovvero sfruttando la cogenerazione. Accanto all’utilizzo in maniera efficiente del gas naturale occorre anche valorizzare energeticamente gli scarti del processo industriale non più reintegrabili nel processo per chiudere il ciclo dell’economia circolare, come fanno già ampiamente i nostri concorrenti europei”.

 

Secondo Assocarta, non si ravvisa la necessità di introdurre nuove misure per favorire il contenimento delle emissioni di CO2 per i settori che rientrano nel sistema ETS ma serve piuttosto assicurare la piena applicazione a livello nazionale della direttiva ETS, la quale prevede che gli Stati membri attuino misure di compensazione dei costi indiretti necessarie per evitare che produzioni più efficienti in Europa siano sostituite dall’importazione di prodotti realizzati con maggiore emissione di CO2 in paesi extra-UE. I prodotti cartari competono sul mercato internazionale e sono esposti a questo rischio di delocalizzazione, ma sono anche esposti alla concorrenza dei partner europei che già sono oggetto di questa protezione.

Parlando di gas naturale, il Presidente Marchi ha aggiunto: “il differenziale del prezzo del gas tra Italia e Nord Europa si sta ampliando dopo un periodo in cui si era arrivati quasi a chiuderlo.  Si è passati da un periodo di relativa stabilità in cui tale differenziale era di circa 1,5 €/MWh ad un periodo, quello attuale in cui si attesta intorno a 2,5 €/MWh con tendenze al rialzo. Nel corso del 2019 infatti abbiamo registrati forti aumenti soprattutto nei mesi di aprile, maggio e giugno con valori vicini ai 4 €/MWh ed anche il mese di ottobre di sono registrati picchi “pericolosi”, anche superiori a 5 €/MWh”.

Secondo Assocarta, per recuperare il gap sul prezzo della commodity occorre agire lungo 3 linee di intervento:

      • Attuare urgentemente quanto previsto dall’ Art. 21 della Legge n.167 del 2017 (Legge Europea), introducendo le agevolazioni per gli energivori gas.
      • Migliorare le regolazione dei transiti all’interno dell’Europa con opportune misure di ridisegno delle tariffe di trasporto eliminando l’attuale penalizzazione dell’Italia derivante dalla stratificazione delle tariffe entry/exit (effetto pancaking).
      • Allineare il costo finale del gas per i consumatori industriali italiani a quello dei Paesi nord europei rivedendo l’allocazione delle componenti tariffarie in modo da riflettere le prestazioni richieste e fornite al sistema.
      • Favorire la crescita della liquidità e della concorrenza fra operatori, riducendo la concentrazione upstream, sfruttando la posizione geopolitica del Paese nel mediterraneo e integrando l’Italia con gli hub competitivi del Nord Europa.

 

  • Il gas naturale svolge e dovrà continuare a svolgere un ruolo chiave nella transizione essendo il combustibile fossile e minore emissione di CO2 e quindi l’ultimo che deve essere sostituto- ove possibile - rispetto alle altre fonti fossili.
  • Serve assicurare la piena applicazione a livello nazionale della direttiva ETS, la quale prevede che gli Stati membri attuino misure di compensazione dei costi indiretti necessarie per evitare che produzioni più efficienti in Europa siano sostituite dall’importazione di prodotti realizzati con maggiore emissione di CO2 in paesi extra-UE. I più importanti competitor di paesi partner europei sono già oggetto di questa protezione.
  • Il differenziale del prezzo del gas tra Italia e Nord Europa si sta ampliando dopo un periodo in cui si era arrivati quasi a chiuderlo.  Siamo passati da un periodo di relativa stabilità in cui tale differenziale era di circa 1,5 €/MWh ad un periodo, quello attuale in cui si attesta intorno a 2,5 €/MWh con tendenze al rialzo.
  • Per recuperare il gap sul prezzo della commodity occorre quindi agire lungo 3 linee di intervento:
    • Attuare urgentemente quanto previsto dall’ Art. 21 della Legge n.167 del 2017 (Legge Europea), introducendo le agevolazioni per gli energivori gas
    • Migliorare le regolazione dei transiti all’interno dell’Europa con opportune misure di ridisegno delle tariffe di trasporto eliminando l’attuale penalizzazione dell’Italia derivante dalla stratificazione delle tariffe entry/exit (effetto pancaking)
    • Allineare il costo finale del gas per i consumatori industriali italiani a quello dei Paesi nord europei rivedendo l’allocazione delle componenti tariffarie in modo da riflettere le prestazioni richieste e fornite al sistema
    • Favorire la crescita della liquidità e della concorrenza fra operatori, riducendo la concentrazione upstream, sfruttando la posizione geopolitica del Paese nel mediterraneo e integrando l’Italia con gli hub competitivi del Nord Europa.

 

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