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Da oggi 14 aprile la selvicoltura e l’industria del legno sono considerati essenziali, insieme al commercio di carta, per effetto dell'ultimo DPCM del 10 aprile.

Un fatto importante a cui guardiamo con responsabilità.

In questo modo il sistema della bioeconomia circolare della carta viene complessivamente dichiarato essenziale.

Negli Stati Uniti i settori essenziali vengono definiti “life-sustaining”, con un’espressione più suggestiva.

Tra questi ci sono la foresta, il legno e la carta e l'igienico sanitario,  che corrispondono al vigente quadro italiano dei settori, senza ovviamente far riferimento ai nostri codici Ateco. 

I cittadini italiani sanno che questa essenzialità, prima che giuridica, è nei fatti.  L'industria della carta e della trasformazione continua a produrre - al servizio del paese - imballaggi per alimenti e medicinali, carte igienico sanitarie, carte per usi speciali e medicali, oltre che per la cultura e l'informazione.  

Ma l’industria della carta svolge un ruolo strategico nell’economia circolare del Paese: ogni anno più di 5 milioni di tonnellate vengono riciclate dagli stabilimenti italiani (10 tonnellate al minuto) e nell’imballaggio in carta il riciclo supera ormai l’80%. Con investimenti in via di completamento che amplieranno la capacità di riciclo, l'industria della carta italiana realizza concretamente l'economia circolare nel nostro paese.  

L’attenzione e’ ora rivolta, soprattutto, alle materie prime secondarie, alla loro disponibilità e ai relativi costi di approvvigionamento.

Da ciò dipende lo svolgimento delle attività essenziali dell’industria cartaria, il ruolo dell’Economia Circolare durante l’emergenza e nella successiva fase della ripresa.

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