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“Settore manifatturiero con le spalle al muro per la corsa della CO2. Urgente un dossier Ue sul meccanismo, il Governo nazionale intervenga a protezione delle proprie imprese”

Roma, 11 febbraio 2021 - I recenti aumenti dei prezzi della CO2 mettono spalle al muro l’industria manifatturiera, obbligata ad acquistare sui mercati le quote per le proprie emissioni a prezzi non sostenibili e impossibilitata, a differenza degli operatori elettrici, a ribaltarne i costi sui mercati a valle. La massiva partecipazione al mercato di hedge fund e speculatori finanziari, come riporta la stampa nazionale, sta causando una profonda scissione tra fondamentali e trend.

 

Il percorso di transizione energetica, così come previsto e delineato dall’Unione Europea, deve avere tempi compatibili con l’adeguamento degli impianti industriali e con l’implementazione di soluzioni alternative efficienti; il meccanismo dell’ETS può supportare questa rivoluzione solo nel rispetto della necessaria gradualità di impatto, originariamente prevista, oggi seriamente compromessa dalle turbolenze della finanza. Chiediamo che le istituzioni europee aprano urgentemente un dossier sul tema, verificando se l’istituto risponde ancora alle esigenze di guidare la transizione energetica del settore industriale o sia ormai in balia delle logiche di profitto del mondo della finanza e che siano valutati con forte attenzione gli effetti della eccessiva finanziarizzazione che coinvolge lo strumento del ETS, pensato per sostenere le imprese a raggiungere gli obiettivi ambientali al minor costo possibile e non a penalizzarle con ilmassimo onere. Auspichiamo che il Governo nazionale e i Ministeri competenti intervengano con assoluta urgenza a protezione della propria industria, chiedendo nelle opportune sedi europee che il meccanismo torni ad essere vero supporto allo sviluppo industriale sostenibile.

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