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14 marzo 2012 – Cartiere italiane a forte rischio competitività se il Parlamento Europeo passerà domani l’ipotesi di set aside (ovvero di vero e proprio taglio delle quote oggi legittimamente disponibili nel mercato delle emissioni) che porterà le quote di CO2 entro il 2013 ad un costo insostenibile per le imprese. Oggi il costo di una quota di CO2 è di circa 9€/ton contro i 30€/ton ipotizzati dalla Commissione Europea in caso di approvazione dello strumento di set aside da parte del Parlamento Europeo.

Nello specifico del settore cartario” spiega Paolo Culicchi, Presidente Assocarta “il sistema ETS costerebbe al settore cartario italiano 30 milioni di euro l’anno per come è oggi a 9 €/ton. Nell’ipotesi di set aside a 30 €/ton si potrebbe arrivare sino a 100 milioni di Euro. Una differenza di 70 milioni di Euro pari all’1% del fatturato delle nostre imprese”.

La recessione economica ha reso gli obiettivi di Kyoto più raggiungibili per effetto delle minori emissioni di CO2 derivanti dalle attività industriali, ma la riduzione dell’onerosità del sistema è controbilanciata da una minore profittabilità delle imprese, dovuta alla minore utilizzazione degli impianti. A ciò vanno aggiunti la tragicità dell’attuale difficoltà di accesso al credito delle imprese proprio nei confronti delle banche e la mancanza di liquidità che colpisce le aziende . “L’approvazione di tale strumento” afferma Paolo Culicchi “risulterebbe una tassa iniqua (a vantaggio solo degli operatori finanziari) e senza benefici in termini di emissioni per il settore cartario che ha già investito molto per il raggiungimento di livelli sempre più alti di efficienza energetica. Le nostre imprese si collocano infatti al primo posto tra i settori manifatturieri per la produzione di energia in cogenerazione”.

Il sistema ETS dovrebbe essere mantenuto nel suo disegno di raggiungimento degli obiettivi di riduzione al minor costo possibile. Una volta fissati gli obiettivi ambientali, i settori industriali dovrebbero infatti raggiungere tali risultati al minor costo possibile. Un’alterazione di questo meccanismo produrrebbe una mera distrazione di risorse dell’industria a vantaggio del mondo finanziario, senza per questo produrre benefici ambientali aggiuntivi. “E a proposito di risorse” conclude Culicchi “è importante sottolineare che le cartiere italiane sono da tempo impegnate nell’applicazione delle migliori tecnologie disponibili a tutela dell’ambiente e hanno conseguito tra il 1995 e il 2010 una riduzione delle emissioni complessive per unità di prodotto del 25%. Questi risultati sono stati ottenuti grazie alla ricerca della massima efficienza energetica e soprattutto agli investimenti in cogenerazione che evitano ogni anno l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 su un’emissione complessiva annua di circa 5 milioni di tonnellate.

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