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Milano, 25 luglio 2014 - Il Decreto Legge 91/2014  deve essere rinominato Decreto ANTI ‘Competitività’ tuona il Presidente di Assocarta, Paolo Culicchi. “Come noto il Decreto include la parte energetica, il ‘taglia-bollette’. Per ridurre del 10% il costo della bolletta per le PMI la nuova norma prevede vari interventi, tra cui, all’articolo 24, un grave, assurdo ed illogico aumento dei costi energetici per gli auto-produttori.  Ovvero coloro che, a causa della gravità del problema del costo energia, si sono attrezzati per produrre energia in proprio, nel tentativo di ridurre la bolletta e  investendo per migliorare le performance ambientali dell’azienda.Così si ucciderà quel tessuto di medie aziende che dà lavoro alle piccole. Un grave errore di strategia. Alle piccole imprese andrà un inutile minuscolo beneficio (lo 0.1% della loro bolletta), ma questo moltiplicato per centinaia di migliaia si riverserà sui conti di quelle aziende che più utilizzano l’energia elettrica.”

 

“Come si può riempirsi la bocca di sostegno all’industria ad alto tasso di utilizzo di energia, e poi tassare proprio la parte più bisognosa e virtuosa, con nuove tasse che la mettono fuori mercato?”, continua Culicchi:  “abbiamo atteso la fase dei lavori di Commissione pensando che si potesse porre rimedio a quella che sembrava quasi una svista, un errore. Invece nonostante la nostra voce e i molti suggerimenti che sono venuti da  Senatori che hanno compreso l’errore, si vuole mantenere in piedi una tassa sbagliata ed illogica, in quanto chiede di pagare oneri relativi all’uso della rete ad aziende che si sono attrezzate per non usare la rete e produrre ‘in proprio’. Viste le tante segnalazioni e sollecitazioni il Governo ha riscritto l’art. 24 ma l’emendamento votato  prevede un limite all’incremento biennale della tassazione (max 2,5%) ma non viene posto un tetto massimo alla crescita a  questa percentuale”. “Questo è un grande punto critico: un soggetto investitore non è in grado di prevedere quanti oneri dovrà pagare e quindi blocca qualunque investimento.” Aggiunge Paolo Culicchi e prosegue “Inoltre è in palese contrasto con lo spirito della direttiva efficienza energetica appena recepita  con il Decreto legislativo n. 102/2014, entrato in vigore il 19 luglio scorso.”

“Leggendo l’art. 24 del Decreto Legge Competitività nella versione approvata stanotte dal Governo ci si domanda se si stanno apportando degli effettivi benefici alle PMI o, se invece, si voglia soltanto penalizzare la cogenerazione, ascoltando solo chi sicuramente non è contento di perdere mercato e clienti” commenta Paolo Culicchi, Presidente di Assocarta dopo l’approvazione in Commissione Industria dell’emendamento governativo riguardante la nuova tassa sulla cogenerazione.

“In pratica di impianti non se ne faranno più con buona pace dell’ambiente e dell’occupazione, in quanto questi impianti sono indispensabili per la competitività di interi settori industriali. Il costo dell’energia in Italia e’ di 120-140 euro/MKW contro i 60 in Francia e i 50 in Germania per gli energivori”.

In particolare, l’articolo 24 interviene in modo inopportuno e penalizzante  sulla disciplina degli auto-produttori, ovvero coloro che sono connessi ai cosiddetti sistemi semplici di produzione e consumo - le reti interne di utenza (RIU), i sistemi efficienti di utenza (SEU) e i sistemi equiparati ai sistemi efficienti di utenza (SESEU). L’intervento peraltro avviene a meno di 6 mesi dalla tanto attesa definizione del quadro regolatorio per tali sistemi che la legge aveva stabilito nel 2008. Ieri le Commissioni riunite 10^ Industria e 13^ Ambiente del Senato hanno terminato l’esame del provvedimento sul quale nelle prossime ore in Assemblea verrà posta la fiducia. Le Commissioni hanno approvato un emendamento riferito all’articolo 24 che tuttavia appare del tutto insufficiente a rimediale alle  storture della norma, e che “Inoltre è in palese contrasto con lo spirito della direttiva efficienza energetica appena recepita  con il Decreto legislativo n. 102/2014, entrato in vigore il 19 luglio scorso.” Infatti, secondo tale direttiva la cogenerazione è identificata come uno strumento da sviluppare per incrementare l’efficienza ma il nuovo art. 24 prevede un meccanismo che è in netto contrasto con la stessa, oltre a far pagare una tassa ad un impianto che non riceve nessun servizio dalla rete.

Non tassare le imprese a forte utilizzo di energia e riconoscere il ruolo positivo dell’autoproduzione e della cogenerazione, vale 15 -20 milioni  di euro, ovvero l’1% di tutta la manovra che significano:

-        un beneficio per le PMI di 0.15 euro/MWh ovvero circa lo 0.1% della bolletta delle PMI

-        la sopravvivenza di interi settori manifatturieri incluso quello cartario.

Va ricordato che gli ingenti investimenti in efficienza, fatti da aziende del settore cartario hanno consentito, con grandi sacrifici, di aumentare la quota di esportazione del settore per ovviare al continuo calo della domanda interna di carta. La quota di export nel 2013 è salita quasi al 50% della produzione totale. Nel momento in cui si va ad aumentare il differenziale di costo energetico con gli altri Paesi europei, andando per esempio a far pagare la nuova tassa sull’autoproduzione, significherà che le cartiere italiane non saranno in grado di competere, con conseguenti perdite di volumi e di addetti (si calcoli che ben il 50% del settore cartario sarebbe a rischio con questo provvedimento).

“Se la lista delle crisi aziendali si allungherà e crescerà la voglia di delocalizzare sarà anche per la nuova tassa sulla cogenerazione” conclude Paolo Culicchi.

Assocarta rappresenta  156 stabilimenti dislocati sul territorio italiano che producono 8,5 milioni di tonnellate annue (dato 2013) dando lavoro a 19.700 addetti diretti (dato 2013), con circa 7 miliardi di fatturato. Se consideriamo la filiera estesa carta stampa editoria e trasformazione gli addetti diretti coinvolti nel macro comparto sono  210.000 mila per un fatturato di 31,46 miliardi di Euro nel 2013.

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