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12
Luglio

E' innegabile che l'on-line e l'IPad rivoluzioneranno il consumo dei contenuti.

Ormai tutti i maggiori quotidiani hanno annunciato il passaggio alla consultazione digitale tramite l'iPAD.

 Come evidenzia ieri Il Sole 24Ore nell'inserto domenicale (“Fate attenzione all'iPad” di Roberto Casati) “emerge potentemente nell'iPad il design rivolto all'intrattenimento (…) come un iPod ingigantito”.

 Insomma uno strumento d'intrattenimento, come ricorda l'articolo, ma a quel punto non servirà un altro tipo di e-book Ma l'iPAD segnerà, continua Casati, il nostro “palinsesto mentale” e l'inizio di una battaglia “(...) il cui trofeo, ambitissimo, è la nostra risorsa intellettuale primaria, l'attenzione”.

Attenzione, che evidenzia Casati, “ve n'é assai poca in giro”.

Non a caso l'iPaD ha un piccolo ma fondamentale telecomando che permette altre applicazioni...

Ma, forse ha ragione Rick Moody, sempre sullo stesso inserto, che evidenzia come  il libro sia già la tecnologia più flessibile e già centrata sul lettore: possiamo scorrerlo, sfogliarlo, scriverci sopra. Insomma il libro è più facile da personalizzare.

Come?  Vedetelo su questo stesso sito http://devel.assocarta.risolviamo.com/it/eventi-e-news.html

A cura di Massimo Medugno, DG Assocarta

2
Luglio

Leggendo le ultime in materia di Google/YouTube mi tornano in mente le parole del mio professore di diritto romano che affermava che il diritto in genere soffre di una “dilocazione storica” di cinquantanni. L'occasione mi è offerta dall'articolo “Judge tosses out copyright suit against You Tube” (“International Herald Tribune” del 25 giugno u.s. pag. 23) che dà notizia  di una decisione di un giudice del Distetto di New York. Secondo questo giudice non vi sarebbe alcuna lesione al “copyright” nell'inserimento di video della Viacom in You Tube e, quindi,  nessuna responsabilità per Google. Ovviamente Google ha accolto il verdetto come una vittoria per Internet e per il “popolo” che lo usa, mentre Viacom (che considera la decisione contraria all'industria creativa) ha già annunciato ricorso.

Stessa riflessione, quando ho letto, qualche tempo fa, che un altro giudice di un altro continente (il Tribunale di Milano, 12 aprile 2010) aveva condannato Google per non aver controllato i video contenenti dati sensibili e procacciandosi in questo modo utenti e contratti (“Google, privacy violata per lucro”, Il Sole 24 Ore del 13 apriile 2010). Anche qui siamo ben lontani dall'aver posto la parola fine: i prossimi gradi di giudizio daranno l'occasione di discutere ancora della questione.

 Si tratta ovviamente di due sentenze non sovrapponibili, rese in due continenti diversi con propri ordinamenti giudici (una sorta di “contrappasso dantesco” per la Rete che è invece un formidabile strumento di comunicazione globale), basate su leggi diverse        (rispettivamente Digital Millenium Copyright Act e Codice Privacy) ma entrambi evidenziano il problema di trovare un equo contemperamento tra libertà di impresa, garanzie da parte dell'ordinamento ...E quella che si potrebbe definire, ormai, la “libertà di Internet”.

Questioni già affrontate dagli altri media e alle quali, evidentemente, non ci si può sottrarre.  Proprio per meglio definire l'”ubi consistam” della “libertà di Internet”.

A cura di Massimo Medugno, DG Assocarta

 

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17
Maggio

"Fin qui abbiamo pensato il web come democratico e creativo, ma non è così per cinque motivi ..."

Leggi l'articolo di Eugeny Morozov (Georgetown University) pubblicato su Il Sole 24 Ore del 27 aprile 2010.

17
Maggio

Slow Food ….Slow Word!

Un grand bel pezzo di Ernesto Ferrero su “La Stampa” del 12 maggio (“L'e-book sfida il libro al salone”) ci fa riflettere sulla coabitazione tra supporto cartaceo  e schermi sempre più performanti.

E su come le nuove tecnologie stiamo mutando il nostro modo di leggere, scrivere, studiare e pensare, di gestire il patrimonio informativo anche quello digitale.

La domanda che pone Ferrero è “La comunicazione tornerà alle forme frettolose e imprecise dell'oralità?” E ancora “Saremo ancora capaci di approfondimenti, di analisi, di pazienza, di fatica, parola chiave che non si può pronunciare perchè non demagogica e non premiata dai sondaggi?”

Ma impartire e ricevere un'educazione è un'attività che “si scolpisce nel tempo” (grazie a Antonio Scurati “Eppure viviamo a stento” su “La Stampa” del 15 maggio) e ancora una volta il problema non sono gli strumenti ma l'uso che se ne fa.

Nell'epoca del “fast” dovremmo recuperare il valore dell'analisi e della riflessione.

“La parola rallentata non solo è importante, è indispensabile” ci ricorda Ernesto Ferrero e ci indica un obiettivo importante, aggiungendo che“dopo Slow Food” ci sia anche “Slow Word”.

Sembra se ne sia accorto anche il Presidente Obama, che deve molto alla Rete, forse la sua stessa elezione. ! “Con gli iPod e gli ePad, gli Xboxe e la Playstation – nessuno dei quali so come funzioni – l’informazione diventa una distrazione, un diversivo, una forma di intrattenimento piuttosto che uno strumento per rafforzarsi, piuttosto che uno strumento di emancipazione” (dal discorso del Presidente Obama tenuto agli studenti dell’Università della Virginia e ripreso da La Stampa dello scorso 11 maggio).

E qui torniamo alla carta. Proprio l'uso della carta stimola il nostro pensiero profondo, “la parola rallentata” intesa come analisi, approfondimento, studio e creazione, rivelando la sua funzione culturale ed educativa.

Insomma sul Web per sapere e sulla Carta per capire, magari scoprendo che proprio la carta é l’originale “wireless communication”.

E’ piena di informazioni, è portatile e non richiede batterie.

Tanti sono i vantaggi del libro su carta a partire dalla struttura del libro stesso in termini di classificazione, divisione in capitoli, indice, utilizzo di un segnalibro che permette di riprendere la lettura in qualsiasi momento nel punto giusto. Tutti vantaggi che si danno ormai per scontato ...

“Slow Food Slow Word”, sintesi e slogan davvero convincente (grazie davvero Ernesto Ferrero).

A cura di Massimo Medugno, DG Assocarta

areasoci

 

Igiene, accettate compromessi?